Il 26 maggio scorso è entrata in vigore la Legge n. 55 del 22 aprile 2015 che ha introdotto in Italia il cosiddetto “divorzio breve”.

Si tratta di una svolta per il nostro paese, che così comincia ad allinearsi alla legislazione degli altri Stati europei, dove mettere fine al rapporto di coppia è già da tempo più semplice.

In particolare, il recente testo di legge ha eliminato il requisito del decorso dei tre anni dalla data della separazione, riducendo la durata di tale periodo di separazione (antecedente alla presentazione della domanda di divorzio) a dodici mesi, in caso di separazione giudiziale, e a sei mesi, in caso di separazione consensuale. Quest’ultimo termine è riferito anche alle separazioni già iniziate come giudiziali, ma che si trasformino in consensuali dopo la presentazione del ricorso.

In ogni caso, non cambia il requisito per cui la durata della separazione deve essere senza interruzioni.

Altra novità della modifica legislativa riguarda lo scioglimento della comunione legale dei beni tra i coniugi, prima previsto con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione ed ora anticipato al momento in cui il presidente del tribunale, all’udienza di comparizione, autorizza i coniugi a vivere separati, in caso di separazione giudiziale, ovvero alla data di sottoscrizione del verbale di separazione consensuale, purché omologato.

Inoltre, l’ordinanza con cui i coniugi sono autorizzati a vivere separati deve essere comunicata all’Ufficiale di Stato Civile ai fini dell’annotazione dello scioglimento della comunione dei beni sull’atto di matrimonio.

Le novità introdotte sull’abbreviazione dei tempi per presentare la domanda di divorzio e per lo scioglimento della comunione legale, come ha specificato il Legislatore con disciplina transitoria, si applicano anche ai procedimenti già in corso alla data di entrata in vigore della Legge (26 maggio 2015).

                                                                                                          Dott.ssa Francesca Baldelli